La Massoneria
Scrivere di ‘massoneria’ o della ‘massoneria’, innanzitutto; non è la stessa cosa. Descrivere la massoneria altresì, non è sicuramente un atto semplice. Cercare di spiegare la massoneria, è per pochi. Comprendere veramente la massoneria, non è per tutti; trascenderla, è una chimera.
A partire dal anno domini 1500, sulla massoneria se ne sono scritti tanti di testi. Oggi a distanza di mezzo secolo, ancora se ne scrive abbondantemente; tra cent’anni se ne sarà scritto così tanto che: ‘solo per editarne un suo indice generale’, non basterebbero cent’anni ancora.
Si parta da questo concetto: ‘un simbolo è la riduzione grafica e concettuale di una immanifesta nozione molto più complessa che deve essere elaborata, nella sua interezza, su diversi piani di ragionamento’. Tali elaborazioni multi stadio, sono limitate e proporzionate al livello di coscienza al quale: ‘ogni singolo iniziato riesce ad elevarsi per comprenderne lo stadio successivo’. Il sigillo invece, è l’estensione grafica dell’intenzione che rappresenta.
Per tanto, mentre il simbolo cela un ‘multistrato’ ( strato del silentium ) di nozioni che vanno profondamente ed esotericamente elaborate ed interpretate; il sigillo, le informazioni che esprime, non le cela; le rivela. Quindi, mentre la simbologia è un complesso labirinto di informazioni nascoste in “una struttura di scatole cinesi” ; il sigillo è una porta aperta ai suoi significati. Logicamente, entrambi, sono comprensibili solo dopo lo studio e la penetrazione delle dottrine misteriche che essi rappresentano.
Detto ciò, cerchiamo di iniziare a capire intellegibilmente cosa sia la massoneria. La massoneria è un’istituzione iniziatica simbolistica. E’ una dottrina adogmatica e morale che mira all’elevazione spirituale individuale, tesa al proprio miglioramento interiore del più intimo ‘io’. Ciò addiviene, solo attraverso un personale percorso introspettivo iniziatico e simbolistico: ‘ove si deve aspirare all’arricchimento personale, per il proprio bene e dell’umanità tutta’. […]
Nel proseguo di questo testo, fisseremo brevemente quali sono stati i periodi storici e le tappe essenziali di questa istituzione; dalla sua ‘riconosciuta nascita’, ad oggi. Non si tratterà per tanto, quello che è stato il suo implicito ‘incipit’ ante-medio evo.
Da un assunto certo e sociologico; la massoneria come ‘istituzione’, nasce con lo sviluppo del nuovo pluralismo sociale e religioso di fine 1500. E’ la grande figlia della modernità post feudo-medievale. (Riforma protestante, Concilio di Tento e nascita del rinascimento). A fine 1400, con la scoperta delle Americhe e l’apertura sociale ai viaggi intercontinentali; viene a cessare il pluralismo sociale medievale che: ‘bensì fosse stratificato in diverse classi sociali (ricchi, poveri, contadini ed artigiani, mercanti e nobili), religiosamente altresì, quasi tutte queste, la pensavano allo stesso modo. Il Cristianesimo era la dottrina predominante. Con il passaggio alla modernità rinascimentale però, dopo la riforma protestante e le scoperte geografiche; si assiste ad un ritorno al paganesimo ed il conseguente cambio di pensiero dottrinale religioso che: ‘da qualche suo particolare, muta nel suo essenziale’.
Viene a crearsi pertanto, un contesto che: ‘se pur affascinante, ma difficile; mira l’uomo verso visioni contraddittorie e inconciliabili di questo nuovo mondo moderno’. In queste nuove confusioni filosofiche generazionali e di disagio dottrinale, a mettere ‘ordine’ se così lo si può definire; ci pensa il Concilio di Trento, che affermerà: ‘una sola religione è quella giusta; tutte le altre sono le sue erronee gradazioni’.
Quanto sopra però, potrebbe essere altresì vero, se tali dottrine religiose, le si guardassero solo nel loro essoterismo. Se invece, le si concepissero tramite una dottrina esoterica; nel loro profondo, ci si renderebbe capaci, di quanto nel loro nucleo, in vero: ‘sono tutte uguali’. L’unità trascendente.
In Inghilterra, tra il 1614 ed 1616, vengono pubblicati tre testi, di cui ne è autore il pastore luterano tedesco Johann Valentin Andreoe, nei quali viene diffusa la leggenda sull’esistenza di una società segreta costituita sotto il nome di Rosa+Croce; e che il suo fondatore Christian Rosenkreuz, misterico cavaliere del XIV° secolo, era unico custode del segreto capace di svelare l’unità profonda e trascendente di tutte le religioni e filosofie archetipali. Purtroppo però, per come riportato in questi testi, con la dipartita di Rosenkreuz, gli appunti riportanti tale segreto, sono stati sepolti con lo stesso cavaliere, in un tempio funebre di cui se ne disconosce l’ubicazione. A tal proposito, l’unica indicazione riportata dal Valentin, di questa presunta ubicazione tombale; è quella della foresta nera dell’Angle-terres.
Il mito altresì, vorrà nel proseguo, che i ricercatori dei rosa+croce, si uniranno in quella che poi prenderà il nome di società dei Rosacroce. La loro certezza sull’esistenza di questi cavalieri Rosa+Croce, si farà largo nell’idea che gli stessi cavalieri; dopo la dipartita del loro Maestro, si siano nascosti ‘sotto mentite spoglie’ tra le corporazioni degli arti e mestieri del medioevo.
Tali corporazioni, quasi tutte a carattere cattolico, e che le potremmo definire come “i moderni sindacati di categoria” annoveravano tra di loro, tutte le categorie operative delle arti e dei mestieri medievali.
Esse erano suddivise per categoria di arte o mestiere, ed erano composte dai datori di lavoro, passando per i tecnici specializzati di mestiere e fino all’operaio comune. A fine 500, con l’avvento della rivoluzione rinascimentale, tali corporazioni, persero il loro potere economico; a scanso però della loro importanza culturale e professionale. Tra queste, quella che però ne conservava anche una rilevante importanza leggendaria e mitica era quella ‘edile’; che veniva chiamata dei free masons o liberi muratori. Questa corporazione, annoverava tra i suoi componenti, da chi s’interessava alle costruzioni, agli ingegneri e fino i muratori in grembiule e cazzuola. Quegli stessi muratori che secoli addietro avevano eretto il Tempio di Re Salomone, La Torre di Babele e costruito l’Arca di Noè. La loro epopea mitologica, ovunque li precedeva; ed i ricercatori dei rosa+croce, sedotti da queste leggende sui liberi muratori, sicuri che fossero nascosti tra le loro fila quei cavalieri rosacrociani; e seppur gli stessi, non fossero prettamente degli abili scalpellini; iniziarono a chiedere loro, il permesso di potersi iscrivere a tale corporazione in qualità di membri onorari.
D’altro conto, trovandosi le stesse corporazioni in carenza di liquidità economica; aprirono loro le porte in cambio del pagamento della tassa d’iscrizione. Siccome però gli stessi, non erano propri del mestiere, si affiancarono ai vecchi membri dei muratori operativi come membri accettati (medici, avvocati) e speculativi (i filosofi della società dei Rosacroce).
In tale contesto, quindi, si assiste ad una decrescenza operativa rispetto a quella speculativa; tra i primi speculativi, potremmo ricordare il pastore protestante Robert Kirk, noto studioso della magia elfica e fervente sostenitore dell’esistenza delle fate.
Tale cambio di rotta, nell’arco di un secolo, svuoterà queste logge corporative dei suoi membri operativi ed unicamente interessati alla professione, dando spazio ad una ormai totalitaria presenza di membri speculativi. Tanto fu che il 24 giugno del 1717 la riunione di quattro di queste logge di Londra; ormai composte da soli alto-borghesi onorari, daranno fondazione alla moderna massoneria. – dal momento che al loro interno non vi erano più membri operativi, nacque l’esigenza di rifondare la massoneria con nuove regole e costituzioni.
Questo incarico, quale primo atto borghese della nuova nata Gran Loggia di Londra, venne dato al letterato e pastore calvinista James Anderson, che nel 1723 pubblica “Le Costituzioni dei liberi muratori” opera che comprende tre testi. Questi tre testi, riportavano al loro interno dei canti, i rituali, la costituzione e la storia della massoneria. In particolare, la storia, venne suddivisa in empirica e leggendaria. In quella empirica venne trattata la nascita storica dell’istituzione massonica; altresì quella leggendaria, così intesa come ‘legenda’ da leggere e meditare, raccontava le origini dei primi grandi maestri gnostici della massoneria; dal Noè armatore, a Re Salomone l’architetto e fino a San Giovanni il padre della dottrina spirituale. Nella nuova costituzione statutaria, oltre ai regolamenti, Anderson puntualizza tra ‘i doveri’ tre condizioni fondamentali (che inseguito, per le loro particolarità restrittive, porteranno inesorabilmente a tutte quelle spaccature e scissioni che ancora oggi ci dividono).
Tali condizioni corrisposero non meno, a quelle che il particolare pensiero borghese in quel preciso periodo socio-politico, palesemente demonizzava. Altre, non sarebbero potute essere se non quelle che per come testualmente contestualizzate, vi riporto di seguito in copia.
Il primo dovere afferma che: ‘il massone, se comprende correttamente l’arte non sarà mai un ateo stupido né un libertino irreligioso’.
Il secondo dovere chiede al massone: ‘la lealtà nei confronti dei poteri politici costituiti e vieta alla logge qualunque attività politica diretta’.
Il terzo esclude dalla massoneria le donne.
[…] omissis 4,5.
Il sesto raccomanda al massone di essere ‘prudente, perché neppure l’estranea più acuto sia capace di scoprire o di trovare quel che non conviene, neppure suggerire’. […] omissis.
A fine settecento comunque, le donne, quale forma di ‘sfogo’ alla restrizione Andersoniana, si costituiranno in ordini para-massonici quali ‘l’ordine delle muse’.
Logicamente Anderson, nella sua formulazione ‘simbolica’ e ‘rituale’ delle ‘costituzioni’, non scoprì l’acqua calda; non inventò nulla. Egli, si limitò a indottrinare ‘massonicamente’ quelle che erano le figure operative proprie delle corporazioni; ‘I Tre gradi del capolavoro di mestiere’. Oggi come ieri, infatti; in ogni attività lavorativa, che necessiti di un’istruzione operativa specifica per ‘svolgere a regola d’arte’ un mestiere; deve essere, necessariamente, strutturata in ‘diversi livelli funzionali’. Un esempio ‘profano’ su tutti: ‘Se voleste imparare a panificare’; quali sarebbero questi livelli? All’inizio apprendereste in silenzio, le basi, gli insegnamenti, gli ingredienti e gli strumenti utilizzati dal ‘mastro fornaio’ (apprendista); successivamente, lo accompagnereste durante il vostro impratichimento delle tecniche dell’impasto, e dell’uso dei suoi strumenti (compagno); ed in fine, ne discutereste insieme le ‘maestranze’ per una perfetta infornata (maestro). Ciò, fu quello che ‘simbolicamente’, fece Anderson; regolamentò l’ordine iniziatico della massoneria moderna, nei primi tre gradi massonici ‘azzurri’; che ancor’oggi vengono utilizzati. L’apprendista libero muratore, il compagno d’arte ed il maestro. Logicamente, nel corso dei successivi anni, queste costituzioni, subirono delle modifiche. Questo primo libero illuminismo di Anderson però, con la sempre più imponente crescita e nascita di nuove logge massoniche moderniste; fa sì che nel 1723, si delinei il primo scisma interno (scisma degli Antichi) alla Gran Loggia di Londra. (Strappo questo, che si ricucì solo quasi cent’anni dopo e di cui ve ne dispiegherò nel proseguo). Quest’ultima, di ordine più ‘conservativo’, introdusse un quarto grado; quello dell’Arco Reale. L’intento di questo grado era quello che: […]; al suo culmine, rivela il nome di Dio; Jahbulon. Con questo termine, si vollero sintetizzare quello ebraico-cristiano (Jah-Yahwé); quello caldeo ‘pagano’ (bul-Boal); e quello egizio (On); tentativo di ritrovare in esso, un’unica unità trascendente fra le religioni. Oggi però, sappiamo che, il dio egizio citato nell’antico testamento come ‘On’, non è un ‘dio’; ma nient’altro che il nome della città egizia di ‘On’. Questa errata interpretazione e per sua erronea traduzione, venne così scambiata ‘On’ (città Egizia), come ‘il dio degli egizi’; anziché come tale: ‘ove era il magisterio del ‘Grande sacerdote di On’. Quindi, lo ‘Jahbulon’ trascritto sull’arco reale non è un’espressione simbolica corretta. Questo scisma, diede altresì inizio ad ulteriori cambiamenti; e lo spunto al pensiero, di voler rendere questa nuova ‘massoneria moderna’, non più una realtà solo inglese; ma di poterle far varcare ‘lo stretto’ e ramificarla anche nel resto d’Europa. E quale miglior corte, se non quella della monarchia regale francese? Questo arduo compito, fu affidato ad un intellettuale cavallerie Scozzese, Michel de Ramsay. Egli nel suo famoso ‘discorso’ alla corte di Francia del 1736; conscio che una presentazione dell’istituzione massonica […], di uomini ‘in grembiule e cazzuola’, non sarebbe risultata degna e propria di una ‘monarchia regale’, ne mitizzò e misterizzò le sue fondamenta di ‘sicura appetibilità regale’; pronunciando queste conclusioni: ‘[…]; questa unione è stata fatta seguendo l’esempio degli Israeliti, che quando edificarono il Secondo Tempio, portavano la cazzuola e la calce con una mano e con l’altra reggevano la spada e lo scudo’.
Questo accostamento azzeccatissimo, dei mitici muratori biblici delle corporazioni con i valorosi e nobili ‘cavalieri del tempio’ perseguitati e nascosti tra i membri di queste logge inglesi; fece si, che sia la Francia che la Germania; aderirono e spalleggiarono così fortemente questi nuovi e liberi ideali, da far nascere un lussureggiante impianto di nuove logge Europee. Ramsay, aveva fatto centro. Adesso c’era un Europa, centro di nuove logge fondate su sistemi organizzativi sempre più complessi e con sempre maggiori riferimenti ai templari, ai rosacroce ed al ‘credo unifico’ di un deus superpartes; unità immanifesta identica per tutti. Il Grande Architetto dell’Universo. Per tanto, con questa nuova sistematizzazione ed arricchimento del templarismo ed il rosacrucianesimo alle ‘basi’ di Anderson; viene a nascere tra la fine del 1700 e gli inizi del 1800, quello che oggi è il ritualismo massonico più diffuso e praticato al mondo. Il R.S.A.A. (Rito Scozzese Antico ed Accettato). Certezza fondata è, che pur se chiamato ‘Scozzese’; tale rito non è nato in Scozia. I suoi natali sono di origine franco-germanica. Solo successivamente, l’americano Albert Pike; nel suo libro ‘Morals and Dogma of the Ancient and Accepted Scottish Rite’, nel 1868 ne ridefinì ufficialmente la dottrina: ‘rielaborando tutti i rituali dei gradi dal 4° al 32°’. Successivamente, questo ‘imprimatur’ di oltre 400 pagine, fu ulteriormente riveduto; e nel 1871, fu edito e diffuso in tutto il mondo. Quest’opera monumentale; oggi è ‘la seconda bibbia del massone scozzese’.
L’istituzione massonica, si divide per obbedienze e riti; che non vanno confusi tra di loro. Le diverse obbedienze, possono praticare gli stessi riti. Ma ogni singola Obbedienza non utilizza riti diversi; La differenza sostanziale sta nella dottrina di riferimento del rito, che se pur similare nella sua ritualità; si fonda su comunioni diverse.
Un esempio su tutti: Alcuni riti a differenza di quello Scozzese, se pur di credo monoteista, non accettano membri di comunione ebraica; ma solo cristiana. Altresì, quello scozzese; li accetta entrambi. Per le obbedienze invece, sono da sottolineare alcune altre differenze sull’incipit di pensiero; che nel corso degli anni ne ha palesato importanti spaccature. Queste divisioni principalmente, vengono divise in due grandi categorie; quelle propriamente dette ‘regolari’ e quelle ‘speculative’.
La sostanziale differenza, senza entrare nel merito di quelle che poi sono ‘particolari’ delle loro ulteriori sotto-categorie; è la concezione a vicina appartenenza più o meno similare a quelle che sono ‘le dottrine dei primi’ ed alle ‘costituzioni di Anderson’. Le obbedienze regolari, sono più conservative; quelle speculative, più illuministiche.
Un esempio su tutte: Mentre la Gran Loggia di Londra, si dichiara ‘custode inflessibile’ delle Costituzioni di Anderson; le altre obbedienze che se ne separeranno nel corso del XIX e XX secolo (vedi Grande Oriente di Francia), rifiuteranno alcuni dei doveri imposti dai londinesi ed ammetteranno all’interno delle loro logge sia gli ‘atei’ che ‘le donne’. Ancor di più, nell’ultimo decennio; oltre ad ammettere la convivenza sia delle logge ‘solari’ (di solo uomini) che di ‘venere’ (di sole donne), alcune obbedienze hanno liberalizzato anche lo svolgimento rituale a quelle ‘miste’ (uomini e donne contemporaneamente nella stessa tornata). Non di meno, alcune di queste obbedienze ‘speculative’, accettarono al loro interno anche membri ‘politicamente attivi’.
Queste grandi rotture dottrinali che assumeranno in seguito anche denominazioni di obbedienze e logge ‘irregolari’; si divisero in ulteriori piccole obbedienze chiamate ‘di frangia’ che si differenziavano da quelle più razionaliste, per il loro imprinting più ‘occultista’. Possiamo definire che, le più grandi lotte tra le diverse obbedienze; videro opposte nella maggior parte delle questioni strutturali, quella della Gran Loggia di Londra in netta contrapposizione al Grande Oriente di Francia. La tradizione, opposta alla modernità.
In Italia, la più importante e grande Obbedienza è il Grande Oriente d’Italia; la stessa è stata riconosciuta da La Gran Loggia di Londra dal 1972 al 1993 (principalmente a causa del caso P2). Non ammette le donne, ma nel tempo si è sempre più avvicinata alle caratteristiche culturali dei paesi latini. La seconda Obbedienza, per numero, è La Gran Loggia d’Italia degli (A.L.A.M.), Obbedienza di Piazza del Gesù – Palazzo Vitelleschi che ha in essere, tra gli altri, un trattato di amicizia e di riconoscimento con il Grande Oriente di Francia ed ammette al suo interno anche le donne. Anche Palazzo Vitelleschi, nel corso degli anni, ha subito diversi scismi interni. Nel 1973 il Gran Maestro Francesco Bellantonio della Serenissima Gran Loggia Nazionale Italiana degli ALAM, una delle maggiori, ma non l’unica Obbedienza di Piazza del Gesù, con una iniziativa contestata nella forma e nella sostanza dalle altre Famiglie Massoniche della discendenza, confluì nel Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani. Mentre di fatto la Serenissima Gran Loggia Nazionale Italiana degli ALAM cessava di esistere, le restanti Obbedienze, depositarie della reale tradizione di Saverio Fera, (escluso Palazzo Vitelleschi) nel 1975 a Roma, rappresentate dagli allora Gran Maestri che all’epoca ricoprivano anche la carica di Sovrani Gran Commendatori; si fondevano e rifondavano il Grande Oriente Italiano Obbedienza di Piazza del Gesù. L’assise decise, tra l’altro, di aderire al disposto del Convegno di Losanna del 1929 che stabiliva la divisione tra Ordine e Rito e l’esclusione del cumulo delle cariche. I Gran Maestri presenti all’ assemblea del 1975 anche come Sovrani Gran Commendatori e quindi legittimi possessori della discendenza iniziatica di Saverio Fera, da quel momento separarono nella forma, nella sostanza e sul piano regolamentare l’Ordine e il Rito. Il Grande Oriente Internazionale, discendenza Obbedienza Piazza del Gesù 47/1b, nasce quindi dallo scisma del Grande Oriente Italiano mantenendo legittimamente la titolarità del Rito Scozzese Antico ed Accettato, che origina dal G.M. Pietro Maria Muscolo nel 1975 e che il S.G.C. Antonio Mucciardi a seguito di questo scisma ha legittimamente, come Sovrano di quel rito trasmesso con decreto n. 04/16 la discendenza al Grande Oriente Internazionale.
La terza Obbedienza, che attualmente è l’unica riconosciuta da La Gran Loggia di Londra; è la Gran Loggia Regolare d’Italia, fondata nell’anno 1993.
Il primo Gran Maestro Massone d’Italia riconosciuto, è stato Giuseppe Garibaldi.
Grande Oriente Internazionale – La Gran Segreteria